Nell’ambiente del gioco d’azzardo se ne sentono spesso di tutti i colori, ma la storia che andremo a raccontarvi ha dell’incredibile visto che riguarda l’emissioni di assegni scoperti al casinò di Portorose in Slovenia più di 13 anni fa.
Assegni scoperti e rischio di estradizione
Protagonista della vicenda è il friulano Michele Laini che nel lontano 2002, dopo essersi fatto prendere troppo la mano con casinò e scommesse e aver dilapidato circa 8 miliardi delle vecchie lire vinti proprio al gioco, non si rassegna e continua a giocare fino al punto che, trovatosi senza denaro, decide di emettere a favore del casinò di Portorose degli assegni di cui alcuni collegati ad un suo conto corrente, altri da un conto di terzi sul quale aveva potere di firma. Dei 360 mila euro in assegni però non vi è traccia in quanto sono risultati tutti scoperti.
La vicenda sembra concludersi quattro anni dopo la denuncia del casinò di Portorose con il sequestro di una vettura di lusso e alcune carte di credito possedute dal Laini, sorpreso peraltro in possesso anche di materiale utile alla contraffazione di banconote.
Tutto tace fino a poche settimane fa quando l’uomo viene prelevato presso la sua abitazione dalle forze dell’ordine e passa una notte in carcere prima di essere rilasciato in attesa di giudizio per i fatti risalenti a 12 anni prima e per i quali era stato diramato un mandato di arresto europeo e una richiesta di estradizione.
Arbitro della vicenda è stato il giudice della corte triestina Igor Maria Rifiorati che in seguito alle motivazioni della difesa ha stabilito che l’uomo resterà libero, in primo luogo perchè non sussiste alcun rischio di fuga e inoltre perchè il reato legato all’emissione di assegni scoperti è stato da tempo depenalizzato in Italia e per poter procedere con l’estradizione, il fatto deve costituire reato sia per lo stato richiedente che per quello concedente.
Si conclude così con un nulla di fatto la vicenda e Michele Lanini può così continuare indisturbato con la sua vita, nella speranza che gli errori commessi in passato gli possano essere serviti per trovare la retta via, mentre per il casinò di Portorose resta un ammanco consistente: questa volta il banco piange.